L’amico friulano. O meglio un vino di carattere. Un volto in bianco e nero che non puoi dimenticare e almeno una volta ogni tanto devi andare a trovare. Il blend bianco di Collavini è senza esagerare una favola. Una favola da raccontare a tavola. Soprattutto perché Broy è un vino con una morale enoica profonda, che ha radici in una viticoltura audace e testarda.

E narrare di vini è spesso anche l’occasione per suggerire luoghi semisconosciuti. Come lo storico complesso di villa dei Conti Zucco-Cuccagna a Corno di Rosazzo (UD) nientemeno che in Via Ribolla Gialla 2! Un destino incrociato degno di un racconto di Calvino. L’appellativo del vino “Broy” s’ispira al Broili, che in Friulano indica una sorta di hortus conclusus, un giardino chiuso, un orto con vigna, ma anche un luogo dove potrebbe ritrovarsi di nascosto una coppia d’amanti.

Questo vigoroso vino, tuttavia, è l’abbraccio sapiente di tre vitigni a bacca bianca. Il Friulano (50%), lo Chadonnay (30%) e il Sauvignon (20%). Le prime due uve sono parzialmente appassite nella fruttaia, quindi avviene un affinamento sulle fecce nobili. Semplifichiamo un processo in realtà assai complesso e chissà come sarà venuto in mente a Collavini, chissà quante prove, ma i risultati alla fine, con le dovute limature sono pura poesia. Versi da declamare nel calice durante un lauto banchetto.

Broy è un vino decisamente gastronomico, da accompagnare con piatti importanti. Soprattutto in questa stagione. Durante una mangiata da favola. Anche con raffinati piatti di cucina fusion.

Costa circa 39 euro.