Con i suoi 42 anni sui lieviti, il Franciacorta Annamaria Clementi R.S. 1980 è una bottiglia da primato, unica: nessun vino al mondo, infatti, riposa così tanti anni in cantina prima del suo rilascio.

Ed è con questa eccezionale etichetta che Ca’ del Bosco, dopo 52 vendemmie, festeggia il completamento di un lungo percorso che ha visto il raggiungimento dell’obbiettivo di 283 ettari di vigneto in conduzione biologica certificata (che presto arriveranno a 300), il 10% dei quali posizionati alle quote più alte possibili in Franciacorta (tra i 500 e i 600 mt slm) e l’apertura dei nuovi spazi dedicati all’affinamento in bottiglia dei suoi Franciacorta.

UNICA AL MONDO

 Annamaria Clementi R.S. 1980 non è solo un Franciacorta straordinario, bensì racconta nel calice molta della storia di Ca’ del Bosco. È il 1979 quando dalla Champagne arriva in Ca’ del Bosco André Dubois, maestro cantiniere di lunga esperienza: con lui si iniziano a costruire le fondamenta di quello che oggi viene chiamato “Metodo Ca’ del Bosco”, un modello di viticoltura biologica, di precisione che ha a cuore i suoli e gli organismi che li vivono e un savoir faire in cantina volto a valorizzare la qualità della materia prima, per ottenere un vino che sia la migliore espressione possibile del territorio.

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Le decisioni non tardano ad arrivare: in quell’anno infatti vede la luce il primo vigneto a 10mila ceppi per ettaro, tra i primi in Italia. L’opera di Dubois si concretizza poi in quello che sarà destinato a essere il vino di riferimento, migliore interpretazione dei suoli della Franciacorta: con la selezione delle uve migliori, provenienti dai vigneti storici dell’azienda, crea il primo Franciacorta millesimato destinato a un lungo affinamento.

A quel tempo il nome di questo vino non era ancora Annamaria Clementi, bensì Ca’ del Bosco Franciacorta Millesimato: negli anni la sua essenza è rimasta inalterata, ma assieme al vino si è “affinato” anche il modo di crearlo. Così, con il millesimo 1989, per questo vino vengono ideati una nuova bottiglia, una nuova veste ma soprattutto un nuovo nome, Annamaria Clementi appunto, dedicato alla madre di Maurizio Zanella, fondatrice dell’azienda e sua costante fonte d’ispirazione. Alla fine degli anni ’80, il mercato e la critica consacrano questo Franciacorta come uno dei vini più rappresentativi di questa tipologia.

È un vino fortemente voluto da me e dai miei più stretti collaboratori, o meglio maestri: Antonio Gandossi, responsabile dei vigneti, e André Dubois, chef de cave. Mi ricordo come fosse oggi la gioiosa fatica della spremitura manuale fatta con l’antico torchio marmonier in legno. E poi la grande novità all’epoca dell’utilizzo delle pièces (botti in rovere da 205 litri), il rito dell’imbottigliamento e della tappatura con sughero fermato dalla graffa, il trepidante inizio della seconda fermentazione ed infine la lunga attesa. È con l’annata 1980 che è nata in noi la folle idea di dimenticarci “sur pointe” circa 6.000 bottiglie, per poter studiare, esplorare e scoprire nel tempo il potenziale dei nostri Franciacorta e un giorno poterlo condividere…

Maurizio Zanella, presidente e fondatore di Ca’ del Bosco

L’uvaggio della cuvée Annamaria Clementi R.S. 1980 allora era stato creato con il 40% di vini base Pinot Nero e il 60% con vini base uva bianca “Pinot”. In seguito, però, si è scoperto che ampelograficamente le vigne erano in realtà composte, in modo casuale, da Pinot Bianco e Chardonnay che ne correggono la composizione varietale dei vini base in 40% di Pinot Nero, 21% di Pinot Bianco e 39% di Chardonnay. La vinificazione meticolosa con elevage in pièces per circa cinque mesi, ha visto poi l’imbottigliamento a febbraio del 1981. A seguire un lunghissimo affinamento sui lieviti proseguito fino all’estate 2023 per ben 42 anni, dei quali 7 anni con bottiglie coricate e 34 anni con bottiglie accatastate “sur pointe”.

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Una lunga attesa, racconta Stefano Capelli, il prescelto di André Dubois nel 1986 e colui che ne ha preso il testimone nel 1990: «Dagli insegnamenti di André ho appreso che la complessità, la pienezza e l’armonia olfattiva si raggiungono solo con il tempo. Questo è stato il più importante: “Per fare un grande vino, devi conoscere il valore del tempo e dimenticare la fretta. I vini li dovrai scordare in cantina per poi riprenderli, studiarli, analizzarli, degustarli e misurarli negli anni. Solo con il trascorrere del tempo potrai valutare la loro attitudine alla conservazione, a migliorarsi nel tempo, fintanto che avranno sviluppato la loro originalità e unicità. Una paziente attesa, fino al raggiungimento della migliore espressività varietale, dei suoli e del tempo”».

Capelli e Zanella, dopo aver degustato per anni questa Riserva, hanno ritenuto che finalmente sia giunto il momento di svelarne l’originalità, un progetto iniziato nella vendemmia di 43 anni fa, un Franciacorta che oggi ha raggiunto il suo apice evolutivo ed esprime al meglio il savoir-faire passato e presente di Ca’ del Bosco. Un Franciacorta sublime che dopo 42 anni si esprime in tutta la sua complessità e a raccontare come è nel calice ci pensa Capelli: «Dal colore paglierino carico con evidenti riflessi dorati, ha profumi intensi ed esplosivi. Note di sottobosco, muschio e felce rivelano l’affinamento per lunghi anni sui lieviti con tappo di sughero, che affiancano netti sentori di agrume candito e confettura di mela cotogna si fondono con note di nocciola tostata e caramello. Un Franciacorta fragrante che, lasciato aprire nel calice, evolve verso sfumature iodate, cera d’api e legno di cedro. Al gusto impressiona per solidità e intensità, cremoso e quasi «carnoso» con un finale potente e aromatico».

La sboccatura è avvenuta nell’agosto 2023 e, per rispettare la sua purezza, si è scelto di non aggiungere alcuna liqueur d’expedition alla sboccatura, quindi di non dosare il vino. Così come già accade per i millesimati Vintage Collection Brut e Dosage Zéro, e la Cuvée Prestige, l’azienda ha coniato l’acronimo R.S. – recentemente sboccato – per identificare le bottiglie che si affinano sui lieviti per un periodo superiore rispetto alla prima uscita sul mercato degli stessi vini.

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La bottiglia dell’Annamaria Clementi R.S. 1980, nel suo formato originale, è impreziosita da un’etichetta metallica con collarino in tessuto ed è inserita in un esclusivo cofanetto con lamina dorata. Frontalmente è riportato il numero di ciascuna bottiglia mentre, in retroetichetta, un QRcode raccoglie materiali inediti e utili a scoprire questo vino, che in enoteca dovrebbe essere proposto attorno ai 580 euro.

L’Annamaria Clementi R.S. oltre alla 1980 avrà in futuro altre edizioni, ma ancora non si sa di quali annate: il rilascio sarà valutato anno dopo anno. 

NUOVI SPAZI

In Ca’ del Bosco c’è un unico principio che comanda e definisce tutta la produzione, dalla scelta in vigna all’imbottigliamento: la qualità, o meglio, solo il livello più alto della qualità, ossia l’eccellenza. Ed è seguendo sempre questo mantra che è stata realizzata la nuova area di affinamento.

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Per accedere ai nuovi spazi si parte dalla centrale cupola di Ca’ del Bosco e, di lì, si può raggiungere il “Tunnel Vintage Collection”, dove il visitatore è condotto attraverso gli spazi storici della cantina fino all’imbocco di un caveau in cui avviene il passaggio tra codice antico e moderno, enfatizzato da una illuminazione che ricrea una sorta di cielo stellato attraverso i fori delle pupitre. Un lungo e suggestivo tunnel anticipa la caratteristica principale degli spazi di collegamento tra le varie aree: prospettive infinite dove pareti di bottiglie accatastate a tutta altezza (della Vintage Collection) perimetrano il percorso. Sul lato sinistro è possibile ammirare la Vinoteca di Ca’ del Bosco, ovvero la collezione storica dei vini e dei Franciacorta prodotti dal 1972 a oggi. A destra, ecco la “Cupola dei Sensi” e il “Ludoscopio”. La prima è uno spazio circolare con volta ribassata nel quale soffermarsi per vivere una vera e propria esperienza sensoriale: la scenografia, curata dall’artista Andre Guidot del collettivo {[(etica)estetica]anestetica}, permette di scoprire e sperimentare in prima persona i quattro sensi, ovvero il tatto, l’olfatto, la vista e l’udito. L’intento è quello di stimolare il visitatore ad “ascoltare” i propri sensi, attraverso un’esperienza immersiva, emozionale e altrettanto personale quanto quella che poi vivranno con la degustazione dei vini a fine percorso.

Al centro della Cupola dei Sensi è collocata l’opera “Ludoscopio” di Paolo Scirpa, maestro dell’arte immateriale, un pozzo di luce che si riflette in un fondo infinito, mentre su uno dei lati si trova una porta, o forse sarebbe meglio dire un portale, attraverso il quale si accede alla zona più “wow experience”. Stiamo parlando della “Prestige Immersion”: da qui si è proiettati nel più scenografico degli spazi allestiti, una gigantesca bottiglia capovolta, realizzata con oltre 33.000 bottiglie di Cuvée Prestige, vuote e retroilluminate. La sensazione è più quella di trovarsi su una navicella spaziale pronta a teletrasportarti dentro una bottiglia di Cuvée Prestige.  

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Nella parte più interrata, a 23 metri sottoterra, da un’apertura è possibile ammirare la nuova area di affinamento della Cuvée Prestige che potrà accogliere fino a 4 milioni di bottiglie. Il percorso prosegue attraverso un tunnel inclinato, in prospettiva accelerata, che accompagna il visitatore verso le barricaie storiche, percorrendo una scalinata impreziosita da un gioco di luci lineari ambrate, omaggio ad alcuni capolavori dell’arte contemporanea. Un progetto importante nato dalla volontà dei soci di Ca’ del Bosco, le famiglie Marzotto e Zanella, da sempre convinte del potenziale del territorio, da valorizzare ed esprimere attraverso l’eccellenza dei propri vini.