Amilcare De Angelis lo chiamavano così, Lu Kont, ossia il conte, perché le storie su di lui raccontavano che avesse origini nobili. Lui che era un mezzadro, negli anni Cinquanta fonda Il Conte Villaprandone nel cuore del Piceno, sulle colline del caratteristico borgo medievale di Monteprandone, a pochi chilometri dal mare.

Il Conte Villaprandone

Dopo Lu Kont, a prendere in mano le redini dell’azienda è stato il figlio Marino e oggi, invece, c’è la terza generazione, rappresentata da Walter, Emmanuel, Samuel e Marina, che gestiscono con passione i 50 ettari di proprietà da cui nascono 13 etichette per un totale di 300mila bottiglie all’anno, che a breve potrebbero diventare 500mila.

Se il Piceno Superiore Marinus (di cui vi abbiamo già parlato qui) è il primo e unico vino delle Marche entrato nella Top100 di Wine Spectator, oggi vogliamo raccontarvi invece Lu Kont, il vino dedicato al fondatore dell’azienda: un Montepulciano che sa di frutti di bosco e spezie, prodotto solo nelle migliori annate in 5-6mila pezzi. L’uva proviene da un vigneto di oltre 50 anni e, una volta vinificata, trascorre 15 mesi in legno (botte grande e tonneaux) e altri 12-15 mesi in vasca di cemento da 50 hl, per poi finire in bottiglia, dove resta qualche mese prima della messa in commercio.

Profuma di liquirizia, riber e mirtillo, al sorso l’acidità bilancia con eleganza un corpo pieno e robusto, dal tannino vellutato che gioca su rimandi di lampone e spezie, in un finale persistente. Un bel vino, potente ma non troppo, adatto a piatti strutturati, in primis di carne, ma lo vedremmo bene anche con il caciucco. Un vino capace di dare belle soddisfazioni oggi, chissà se lasciato a riposare in cantina per qualche anno…

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