Dal 2005 si chiama semplicemente Custoza, ma per più di un secolo tutti lo conoscevano come Bianco di Custoza, vino aromatico e fresco prodotto tra Verona e il lago di Garda, dove tra i vigneti e le dolci colline moreniche si trovano anche i toponimi che ricordano le epiche battaglie risorgimentali contro l’Austria e la “stradella” del Tamburino sardo che rievoca il protagonista della storia raccontata da De Amicis nel libro Cuore. È in questi luoghi che 50 anni fa è nato il Bianco di Custoza, che molti conoscono anche come il «vino delle dame» perché prediletto dalle nobildonne durante le suntuose cerimonie di corte grazie alle sue spiccate note aromatiche e minerali.

Denominazione di origine controllata dal 1971, la Doc prende il nome da una frazione del Comune di Sommacampagna,  Custoza appunto, teatro nell’Ottocento di due celebri battaglie durante le guerre per l’indipendenza italiana. Oltre che a Sommacampagna, la zona di produzione si estende anche sui tratti collinari di altri otto comuni della zona: Bussolengo, Castelnuovo del Garda, Lazise, Pastrengo, Peschiera del Garda, Sona, Valeggio sul Mincio e Villafranca di Verona.

Tra i primi vini bianchi italiani a ottenere la denominazione di origine, il Custoza si distingue per non fare affidamento a un vitigno prevalente, bensì a un uvaggio tradizionale che valorizza le varietà autoctone Garganega, Trebbianello (biotopo locale del Friulano) e  Bianca Fernanda (clone locale del Cortese), a cui per disciplinare possono essere uniti anche altri vitigni come la Malvasia, il Trebbiano, lo Chardonnay, il Riesling italico, il Pinot Bianco e l’Incrocio Manzoni. Il risultato è un vino dalla tipica ed elevata complessità aromatica che lo distingue dai vini varietali.

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UN PO’ DI STORIA

Nella zona di Custoza, le prime testimonianze della coltivazione della vite risalgono all’epoca romana: nell’area, infatti, sono stati ritrovati tra l’altro vari reperti riferiti all’uso del vino nei riti religiosi ed alla conservazione e al trasporto del vino. È però a partire dal IX  secolo dopo Cristo e poi per tutta l’epoca medievale che si rileva un’abbondante documentazione sulla coltivazione della vite nella zona compresa in particolare tra Pastrengo e Sommacampagna e solo nella seconda metà dell’Ottocento la produzione vinicola della zona incomincia a essere identificata esplicitamente con il nome di Custoza.

DALLE MORENE AI PONTI VISCONTEI, SCOPRIRE IL TERRITORIO CON LA STRADA DEL VINO CUSTOZA

La zona di produzione è percorsa dalla Strada del vino Custoza Doc, che permette agli appassionati, italiani e stranieri, di conoscere la produzione e le qualità della denominazione, valorizzata dagli abbinamenti con i prodotti tipici del territorio.

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La Strada si snoda tra le colline alle porte di Verona, le morene della riva veronese del lago di Garda e i fiumi Mincio e Adige e tocca centri di eccezionale valenza storica, scacchiere strategico dall’antichità fino al Risorgimento, e di notevole appeal turistico. Le cantine associate alla Strada del Custoza offrono la possibilità di degustare i vini della zona, mentre sono numerose le trattorie che lungo il tracciato propongono cucina locale.  L’itinerario prende avvio da Sommacampagna, tocca Custoza e poi Villafranca di Verona, con il suo castello scaligero, oggi convertito a contenitore per eventi culturali. Continuando in direzione sud si arriva a Valeggio sul Mincio, sulle anse dell’omonimo fiume, luogo di importanza strategica come testimonia l’imponente Ponte visconteo e anche culla di uno dei primi piatti più buoni d’Italia, i tortelli di zucca. A valle del ponte sorge Borghetto, incantevole borgo caratterizzato dai resti di antichi mulini. Il percorso risale verso le sponde lacustri e giunge a Peschiera del Garda, da dove si prosegue per Castelnuovo del Garda e Lazise, per poi tornare ad addentrarsi nelle colline in direzione di Pastrengo, da dove si devia verso Bussolengo e Sona, per fare infine da qui ritorno a Sommacampagna. Un percorso che gli appassionati possono anche percorrere tranquillamente in bici.

IL CONSORZIO

Il Consorzio di tutela del Custoza è nato nel 1972. Ne fanno parte circa 70 cantine e 500 vignaioli, che garantiscono al Consorzio una rappresentatività superiore al 90% sulla produzione totale, che è pari annualmente a circa 12 milioni di bottiglie, vendute prevalentemente nel mercato italiano e tedesco.

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CURIOSITA’

Il Custoza è un vino da bere giovane, ma quando proviene da particolari selezioni effettuate nei vigneti, mostra buone capacità di affinamento nel tempo. Accanto al Custoza tradizionale, alcuni produttori realizzano anche piccole quantità di Custoza Superiore (prodotto con uve di alcuni cru locali), di Custoza Spumante e di Custoza Passito.

CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE DEL CUSTOZA

Tra i primi vini bianchi italiani a ottenere la denominazione di origine, il Custoza si distingue per non fare affidamento a un vitigno prevalente, bensì a un uvaggio tradizionale che valorizza le varietà autoctone Garganega, Trebbianello (biotopo locale del Friulano) e  Bianca Fernanda (clone locale del Cortese), a cui per disciplinare possono essere uniti anche altri vitigni come la Malvasia, il Trebbiano, lo Chardonnay, il Riesling italico, il Pinot Bianco e l’Incrocio Manzoni. Il risultato è un vino dalla tipica ed elevata complessità aromatica, molto sapido e divertente: un bianco estivo, da bere giovane e senza pensieri, rinfrescante, ottimo anche per cocktail creativi.

ABBINAMENTI

Perfetto con salumi, tortellini di Valeggio sul Mincio, riso al nero di seppia, piatti a base di verdure, pesce di mare e di acqua dolce, si abbina bene anche alle carni bianche da cortile.

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